| Uno dei più imponenti problemi filosofici è quello che riguarda la Natura Umana. Da migliaia di anni se ne discute e non si è ancora arrivati ad un punto fermo. Ovviamente non pretendo affatto (sarei un presuntuoso,o un folle) mettere una pietra tombale, definitiva, sull'argomento. Quello che mi prefiggo è dare qualche spunto di riflessione. Cosa significa innazitutto, natura umana? è lo stesso che "essenza" dell'uomo? Qual è il metodo migliore per dire qualcosa su di essa? Innanzitutto quando diciamo "natura umana" stiamo circoscrivendo il campo agli Uomini. Questo significa che la proposizione "L'uomo ha delle caratteristiche uniche che lo distinguono dagli altri animali" è analitica, in quanto nella nozione di "natura umana" è già presupposto un attributo che DETERMINA l'umano. Aristotele vedeva nella Razionalità l'attributo fondamentale dell'Uomo,quindi la sua natura. Famosissima l'affermazione "l'uomo è un animale razionale". Non v'è dubbio che l'uomo sia un animale tra gli animali, ma è altrettanto chiaro che l'uomo ha delle capacità sovra-sviluppate che nessun animale non-umano potrebbe avere. Non parlo infatti di una differenza Ontologica dell'uomo. e in tal modo non mi attirerò le ire dei vari "animalisti". Queste capacità superiori dell'Uomo,però, vanno spiegate. Un darwinista direbbe che il cervello umano, più "plastico" e capace di interagire con l'ambiente in modo più complesso, dà luogo alle "capacità superiori" (linguaggio, ragion pratica, pensiero di pensiero) dell'Uomo. Ma una spiegazione tale, in termini biologistico-evoluzionista è conclusiva? a mio Giudizio no. Dovremmo chiederci infatti, al di là del cervello, cosa fa sì che l'uomo abbia tale capacità di perfettibilità, risalirne alla base. E qui avanzo l'ipotesi rinascimentale (ma anche rousseuaiana): la Natura Umana è la Modificabilità, la capacità di perfezionamento. Dobbiamo in altri termini vedere la Natura Umana come una sostanza spinoziana tale da avere degli attributi essenziali (pensiero e linguaggio, a mio modo di vedere) e una serie di modi, ovvero di FORME possibili da attuarsi in base al condizionamento interno ed esterno (cfr post sulla libertà). L'uomo può essere angelo o bestia, santo o diavolo, ignorante o sapiente, filosofo (che come insegna Platone è il metaxù,l'inter-mediario tra i 2). Questo vuol dire allora che la Natura Umana in quanto tale è NEUTRA, e può "aderire" a diverse forme generate in parte da se' e in parte assunte dall'esterno- E qui mi ricollego al Post sulla Libertà metafisica e morale (confronta). La libertà umana è "condizionamento aperto". Sembra un paradosso, ma voglio dire che da un lato è OGGETTIVAMENTE condizionata da contingenze esteriori, ma dall'altro le sue intenzioni, le sue volizioni interiori possono "piegare" questi condizionamenti, "aprendoli" a dimensioni non-deterministiche. Per ora basti questo. Rispondete, mi raccomando. Fabio
Edited by DiodeiFilosofi - 2/1/2009, 15:51
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