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Caffè filosofici

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DiodeiFilosofi
view post Posted on 11/3/2008, 19:24




La discussione, nei caffè o in luoghi non convenzionali, è pratica giunta fino ai giorni nostri. A riscoprire la bellezza dei Café Philo fu, nel 1992, il filosofo francese Marc Sautet. Luogo di dibattito il Café des Phares a Parigi nei dintorni di Place de la Bastille. Sulla scia di Sautet, ad oggi, sono circa 170 i Café Philo in Francia e 80 in diversi paesi del Mondo.

L'odierno caffè filosofico, inteso come libero scambio di opinioni, ha uno schema preciso. I temi del dibattito, possono essere i più svariati e spesso seguire canoni non convenzionali. Importante è la funzione del moderatore, il quale avvia la discussione e gestisce il dibattito, spostandolo, a volte, su diversi fronti.

È essenziale, all'interno della discussione, fare interventi argomentati, rispettare il proprio turno e le opinioni altrui. Ogni partecipante, inoltre, è libero di prendere la parola e i presenti devono prestare ascolto senza interrompere. In genere, la durata di ogni singolo intervento è di circa 3 minuti.



Tra gli esempi contemporanei e nazionali di Caffè Filosofici è da citare quello avviato, nel gennaio del 2005, nella Città di Rossano, in Calabria. A dare vita a questo primo sperimentale adattamento del “caffè parigino” in Calabria è stata l’Associazione Europea 8tj-Europa (Otto Torri sullo Jonio).

In omaggio alla sua genesi storica, la variante rossanese dell’agorà filosofica open-air è stata battezzata Cafè Philosophique. Giunto ormai alla sua 27 Edizione, il Cafè Philosophique rossanese rappresenta, ad oggi, il primo e certamente il più famoso caso di successo in Calabria. Nel rispetto della tradizione francese e mitteleuropea, cui espressamente si ispirano gli organizzatori, quello di Rossano può essere considerato, per la partecipazione del pubblico e per i temi affrontati, una interessante variante mediterranea di quei Cafès d’Europe nei quali, per la prima volta (un’autentica novità), il pensiero laico incontrava il progetto e l’ideale di una diversa Europa unita. Allo stesso modo, nei caffè filosofici di 8tj-Europa, la discussione corale e simbiotica tra gli invitati ed i passanti e l’approccio filosofico imposto dal moderatore, rappresentano ingredienti preziosi di una indiscutibile novità nel panorama storico e culturale cittadino, calabrese e meridionale. Risale alla stessa epoca il Caffé Filosofico di San Benedetto del Tronto, condotto dal prof. Gianni Talamonti, e quello di Mathi (To) animato dal prof. Enzo Galizia e dalla dott.ssa Anna Capecci.

Tratto da wikipedia.

Trovo davvero interessante l'esperienza del caffè filosofico, che ha l'enorme pregio di "democratizzare la filosofia", quel progetto che le pratiche si propongono e a cui faceva riferimento reiniku. Oltretutto il caffè filosofico possiede, a mio parere, un carattere maggiormente "informale" rispetto alla consulenza (che sin dal nome [che pure ha subito una certa evoluzione] rimanda al carattere "professionale" del consulente e diviene un'attività appunto "professionalizzata", a differenza del caffè che appare come l'esperienza dell'Agorà.


 
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reiniku
view post Posted on 12/3/2008, 19:42




In effetti il cafè philo è oggi una delle pratiche filosofiche più diffuse sia in Italia che all'estero. Vorrei solo aggiungere qualche curiosità.
Nel dicembre del 1992, Sautet, allora noto in Francia come “specialista del pensiero di Nietzsche”, venne intervistato da un’emittente radiofononica per parlare della Consulenza filosofica (era anche uno dei pochi filosofi che al tempo facevano consultation philosophique).
Be', al giornalista, raccontò, en passant, che da quando aveva aperto il suo studio, aveva l’abitudine d’incontrarsi alle undici ogni domenica con degli amici e colleghi consulenti presso il Café des Phares a Parigi per scambiarsi reciprocamente suggerimenti e riflessioni in merito ai casi affrontati durante la settimana.
Alcuni ascoltatori, intendendo questo messaggio come l’annuncio di un incontro pubblico, si presentarono la domenica al Café in questione, convinti che il signor Sautet si mettesse a disposizione per chiarimenti in merito alla sua attività filosofica. Fu così che ebbe inizio l’esperienza del cafè-philo, successivamente diffusasi in tutto il mondo. :P

Nel suo Un café pour Socrate Sautet descriveva così la sua esperienza del cafè: “Ormai, ogni domenica, la sala è piena: centocinquanta partecipanti, se non di più. Le malelingue parlano di effetto moda, di snobismo tipicamente parigino; per condannare tale esperienza, prendono a pretesto la precarietà delle condizioni del locale, inadatte all'esercizio della riflessione. E’ vero che il posto è rumoroso: considerandone la posizione e la potenza della macchina del caffè, non è certamente il luogo più adatto alla meditazione metafisica. Del resto, perché tutti possano sentire coloro che parlano, abbiamo dovuto procurarci dei microfoni e munire la sala e la terrazza di altoparianti. Ma chi ha detto che l’esercizio della filosofia necessita di silenzio e di solitudine? Con questo non voglio dire che richieda il brusio e la folla. Sostengo solo che una cosa non esclude l’altra e che si può cominciare una riflessione degna di essere definita ‘filosofica’ anche in un caffè con centocinquanta persone. Cominciare non vuoi dire portare a termine. Vuol dire solo... cominciare. Chi lo desideri sarà poi libero di approfondire l’argomento, di spaziare tra le opere citate a memoria, di intavolare un dialogo a quattr'occhi con uno degli autori citati strada facendo, nella calma più totale”.

PER APPROFONDIRE
M. Sautet, Un cafè pour Socrate, Paris, Laffont (1995); tr. it. di M. Lia, Socrate al caffè. Come la filosofia può insegnarci a capire il mondo d'oggi, Ponte alle Grazie, Milano 2001
 
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1 replies since 11/3/2008, 19:24   431 views
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