| La discussione, nei caffè o in luoghi non convenzionali, è pratica giunta fino ai giorni nostri. A riscoprire la bellezza dei Café Philo fu, nel 1992, il filosofo francese Marc Sautet. Luogo di dibattito il Café des Phares a Parigi nei dintorni di Place de la Bastille. Sulla scia di Sautet, ad oggi, sono circa 170 i Café Philo in Francia e 80 in diversi paesi del Mondo.
L'odierno caffè filosofico, inteso come libero scambio di opinioni, ha uno schema preciso. I temi del dibattito, possono essere i più svariati e spesso seguire canoni non convenzionali. Importante è la funzione del moderatore, il quale avvia la discussione e gestisce il dibattito, spostandolo, a volte, su diversi fronti.
È essenziale, all'interno della discussione, fare interventi argomentati, rispettare il proprio turno e le opinioni altrui. Ogni partecipante, inoltre, è libero di prendere la parola e i presenti devono prestare ascolto senza interrompere. In genere, la durata di ogni singolo intervento è di circa 3 minuti.
Tra gli esempi contemporanei e nazionali di Caffè Filosofici è da citare quello avviato, nel gennaio del 2005, nella Città di Rossano, in Calabria. A dare vita a questo primo sperimentale adattamento del “caffè parigino” in Calabria è stata l’Associazione Europea 8tj-Europa (Otto Torri sullo Jonio).
In omaggio alla sua genesi storica, la variante rossanese dell’agorà filosofica open-air è stata battezzata Cafè Philosophique. Giunto ormai alla sua 27 Edizione, il Cafè Philosophique rossanese rappresenta, ad oggi, il primo e certamente il più famoso caso di successo in Calabria. Nel rispetto della tradizione francese e mitteleuropea, cui espressamente si ispirano gli organizzatori, quello di Rossano può essere considerato, per la partecipazione del pubblico e per i temi affrontati, una interessante variante mediterranea di quei Cafès d’Europe nei quali, per la prima volta (un’autentica novità), il pensiero laico incontrava il progetto e l’ideale di una diversa Europa unita. Allo stesso modo, nei caffè filosofici di 8tj-Europa, la discussione corale e simbiotica tra gli invitati ed i passanti e l’approccio filosofico imposto dal moderatore, rappresentano ingredienti preziosi di una indiscutibile novità nel panorama storico e culturale cittadino, calabrese e meridionale. Risale alla stessa epoca il Caffé Filosofico di San Benedetto del Tronto, condotto dal prof. Gianni Talamonti, e quello di Mathi (To) animato dal prof. Enzo Galizia e dalla dott.ssa Anna Capecci.
Tratto da wikipedia.
Trovo davvero interessante l'esperienza del caffè filosofico, che ha l'enorme pregio di "democratizzare la filosofia", quel progetto che le pratiche si propongono e a cui faceva riferimento reiniku. Oltretutto il caffè filosofico possiede, a mio parere, un carattere maggiormente "informale" rispetto alla consulenza (che sin dal nome [che pure ha subito una certa evoluzione] rimanda al carattere "professionale" del consulente e diviene un'attività appunto "professionalizzata", a differenza del caffè che appare come l'esperienza dell'Agorà.
|